SE qualcuno avesse ancora qualche dubbio, può dipanarlo leggendo il documento allegato che il collega Ferri Daniele mi ha gentilmente fornito.
Era l’8 agosto 1835, lo ripeto 1835 e i Periti Agrari già operavano nel campo delle stime.
Basta rileggere la prima parte del documento allegato che emerge chiaramente come le professioni vere, che hanno inciso la storia dell’agricoltura italiana, vengono da lontano, da molto lontano e non da qualche estemporaneo riconoscimento legislativo di competenze nemmeno incontrate nel percorso professionalizzante che qualcuno sventola fra aule legislative troppe volte strumentali, distratte e senza visione prospettica.
E veniamo al documento:
“Noi sottoscritti Periti Agrari di professione dimoranti in Castiglion Fiorentino dichiariamo per la pura verità che allorquando si eseguiscono delle stime di beni urbani che rustici la pratica costante da eposca lontana a questa parte è di calcolare la rendita netta per il suo fondo in ragione del cinque per cento qualunque sia la situazione dei beni, o collina, o monte, o piano come lo stesso si esguisce in tutto il resto della Val di Chiana, e territori Cortonese, e aretino nei quali luoghi abbiamo avute varie, e ripetute commissioni con altri Periti dei citati territori”.
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